Immagini e filmati, scenografie e animazioni, suoni e musiche, storie, attori e racconti..
Arte visiva, arte narrativa, arte musicale, arte cinematografica.. Tutte forme d’arte differenti tra loro.
Ma qual è l’arte che comprende nel suo insieme tutte le altre? L’arte di creare videogiochi!
Motivo per cui, per creare un videogioco “al passo con i tempi” sono necessarie diverse figure professionali ed enormi investimenti economici al pari delle grandi produzioni cinematografiche.
Firewatch è un gioco creato con Unity che fa della sua particolare scelta cromatica un segno di distinzione
Senza considerare che, questo “calderone artististico” dovrà essere amalgamato con una certa logica e dovrà “tecnicamente funzionare”, a differenza di un film, si rende dunque necessaria un’altra figura professionale, la più importante: il programmatore.
“L’artisticità” dei giochi è valutabile sotto tutti gli aspetti:
l’estetica, l’uso dello spazio, il tempo, il comportamento del
giocatore, i ruoli e gli effetti emotivi sugli utenti.
Video games più o meno noti possiedono scenari e dinamiche che hanno cambiato l’immaginario di milioni di ragazzi.
Tutto ciò può sembrare molto bello, e lo è. Ma esiste sempre l’altra parte della medaglia. In questo caso sta nel fatto che per creare qualcosa di così complesso e che sia capace di suscitare emozioni su chi ne entra in contatto, è necessario tanto lavoro e dedizione.
Cauphead è un gioco creato con Unity che ha fatto parlare di se grazie al suo originale aspetto grafico
Dunque, se vi state imbarcando nella progettazione del vostro primo videogioco, vi sconsiglio di cercare “l’epicità” a tutti i costi o di provare a fare il gioco dell’anno con grafica all’avanguardia e magari pure con il multiplayer.
E’ sempre opportuno procede a piccoli passi, iniziando con un progetto semplice, anche in 2D, per prendere confidenza con “il mezzo” e fare esperienza.
Il rischio di “pensare troppo in grande” è sempre in agguato e non può portare nient’altro ad un abbandono prematuro di un progetto. Demotivarsi nel momento in cui ci si rende conto di aver messo “troppa carne al fuoco” è il rischio più concreto che un neo-sviluppatore potrebbe incappare.